Uccelli prevalentemente pelagici, nidificano abitualmente in cavità rocciose poco disturbate, nel periodo primaverile-estivo.Il nome delle Diomedee, a sua volta, è spiegato dalla leggenda…
Secondo la tradizione, Diomede nacque nell’antica città greca di “Argos Hippium” da Tideo, re dell’Etolia, e da Deifile, figlia di Adrasto, re di Argo. Dopo la morte del re Adrasto, Diomede ebbe la signoria di Argo e diventò re dell’Etolia. Uomo alto e robusto, egli fu reputato dai greci il più forte ed il più valoroso in battaglia. Partecipò alla guerra di Troia, che vinse con arte ed astuzia mirabili. Dopo l’eccidio compiuto nella città, da lui rasa al suolo, tornò in patria, adoperando come zavorra della sua nave le pietre delle mura troiane. Al suo ritorno, però, scoprì l’adulterio della moglie Egialea e fuggì con la sua flotta in Occidente.
Durante una tempesta nel mar Adriatico, dopo lungo peregrinare, le sue navi approdarono presso le Isole Tremiti, alle quali, Diomede diede il proprio nome.
I fedeli compagni dell’Eroe, mutati in uccelli detti Diomedee, ne sorveglieranno l’eterno sonno e piangeranno la scomparsa dell’amato sovrano coi loro garriti notturni, consimili ai vagiti di un bimbo.
In effetti ascoltare il canto delle Diomedee in una notte stellata, in cima ad una scogliera, è un’esperienza unica…diomedea Diversi scrittori dell’antichità narrano dell’esistenza di uccelli marini che abbondano nelle Tremiti e che di notte cantano emettendo suoni simili ad un lamento. Queste creature, definite da Plinio “Aves Diomedeae” (trad.: uccelli di Diomede) secondo la leggenda piangerebbero il loro estinto re Diomede.
La scelta di un nome non legato alla montagna o alle vallate locali vorrebbe proprio indicare la grande varietà di programmi e attività proposte dall’Associazione:da brevi escursioni in zona a trekking e camminate al mare o all’estero, da serate culturali alla vendita di prodotti artigianali per l’autofinanziamento e/o la beneficenza.L’obiettivo primario dell’Associazione rimane comunque la promozione del territorio circostante, tramite la valorizzazione di quegli aspetti della cultura montana che lentamente stanno scomparendo: l’utilizzo delle erbe medicinali, la preparazione casalinga di prodotti vari con frutta e verdura, la pratica dell’alpeggio, l’utilizzo del legno nell’architettura montana, la conoscenza del territorio e dei toponimi.